Tarocchi dell’amore

I Tarocchi sono un sistema di divinazione antico. Nati per guidare l’uomo verso la conoscenza di se stesso e per accompagnarlo lungo le linee tracciate dal suo destino. Le richieste più frequenti di chi li consulta toccano i tre temi caldi della vita: salute, soldi e amore. Dei tre il più richiesto è il terzo forse perché è il bene meno prevedibile. Per fare le carte su un tema d’amore si può usare un normale mazzo di tarocchi comuni ma per l’amore è bene ricorrere ad un mazzo che sia stato preparato ad arte. Le ricette per preparare un mazzo di Tarocchi per l’amore possono essere semplici o complesse.

Partiamo dal mazzo. Si può usare il mazzo classico di 78 carte, diviso in Arcani maggiori e Arcani minori, mischiandoli assieme, ed estraendo via via le carte che servono. Si può usare solo il mazzo degli Arcani maggiori, utile per avere uno sguardo che punti verso l’elevazione spirituale della coppia, o solo gli Arcani minori, utile a conoscere gli stratagemmi che possono ammaliare più facilmente il partner.

Tutto sta a capire cosa si vuole esattamente, e scegliere su quale piano effettuare la domanda. Su quel piano andrà interpretata la risposta e il responso riguarderà quel livello. Per quanto ci si debba affidare ad una cartomante esperta, la conoscenza di alcune regole fondamentali da parte del consultante aiuta anche la veggente.

Innanzi tutto, la chiarezza di ciò che si vuole è fondamentale. La stessa chiarezza deve esserci nella formulazione della domanda. Poco importa se la domanda viene formulata a voce o rimane una eco mentale. La sua sonorità deve essere nitida e precisa, al pari della precisione con la quale si è definito ciò che si vuole.

C’è chi cerca l’amore e si guarda attorno smarrito e frustrato, c’è chi cerca l’attenzione dell’oggetto dei suoi desideri ma non riesce ad ottenerla. Chiedere può significare capire se c’è un approccio sbagliato al problema, o se il destino spinge altrove. Senza esagerare, e se è lecito, si possono anche un po’ guidare le strade del destino, ma questo sarà la cartomante, o il veggente di turno a dirlo.

Fare da sé i Tarocchi è possibile, ma occorre conoscerli, possedere un po’ di intuito, e sforzarsi al massimo di essere obiettivi. Li si può anche fare ad altri, ma non prima di aver appreso come li si usa e averli usati su di sé con evidente successo. A questo punto occorre conoscere i tarocchi almeno quanto basta per distinguere le carte e la loro posizione nel quadro simbolico.

Infatti anche la conoscenza del mazzo ha il suo peso, senza esagerare. Diviso in due sezioni, Arcani maggiori e Arcani minori, il mazzo si fronteggia da sé, come se avesse due teste. Gli Arcani maggiori guardano allo spirito e ai massimi sistemi, che comunque influiscono sulle cose di quaggiù. Gli Arcani minori guardano alla materia e ai suoi sviluppi, che hanno il potere di condizionare le cose di lassù.

Il mazzo degli Arcani maggiori è composto da 22 carte. Sono delle figure numerate da 1 a 21, tranne che per il Matto, che vale zero. Da 1 a 11 formano la prima riga, o riga in alto, da sinistra verso destra, e ruotano su un perno che è la carta numero sei. Da 12 a 0 formano la seconda riga, o riga in basso, da destra verso sinistra, e ruotano intorno alla carta 17. La prima riga rappresenta la via attiva, della volontà, maschile. La seconda riga rappresenta la via passiva, della sottomissione, femminile. Bastino queste informazioni per orientarsi, e si cominci a scorrere le carte e a chiedersi cosa le varie figure rappresentino.

Il mazzo degli Arcani minori è composto di 56 carte. Poco dissimile al mazzo di carte francesi, è formato da 4 semi, cuori o coppe, fiori o bastoni, picche o spade, quadri o denari, e per ciascun seme 10 carte numerate da 1 a 10, e 4 figure, fante, pulzella, regina e re. Entrare qui in dettaglio per definire ogni carta diventa tedioso e non mancano i manuali in merito. Basti solo dire che ciascuno dei semi rappresenta un verbo sacro, al quale appellarsi quando si presenta, e che ciascuna delle figure rappresenta una coppia di opposti, maschile e femminile, comandante e servitore. La doppia coppia è una delle chiavi che unisce i due mazzi. I quattro verbi sono conoscere, osare, volere, tacere, corrispondenti a mazze, spade, coppe e denari. Anche qui bastino queste informazioni, insieme alla regola sacra che chi fa opera di divinazione deve avere il cuore e le mani monde dalla cattiveria.

Ma parlavamo di amore, e l’amore non è facile da mettere in gabbia, anche se lo si può ammaliare, senza incorrere nell’errore di Psiche che lo volle vedere in faccia. Il mazzo dei Tarocchi da dedicare alle consultazioni d’amore va preparato e usato a parte. Le preparazioni, lo dicevamo all’inizio, possono essere diverse e più o meno accurate, ma delle basi da rispettare, buone per tutti, ci sono e chiunque abbia un po’ di buona volontà le può mettere in pratica.

Si prenda un mazzo nuovo, lo si compri senza contrattare. Lo si ponga in un sacchetto di seta bianca, mai usato e cucito con le proprie mani, e lo si chiuda con un cordoncino bianco di cotone. Lo si tenga nella mano destra e si percorra a caso le vie della città, meglio se nei pressi di un corso d’acqua, alla ricerca di una mendicante. Quando la si sia trovata si prenda una moneta con la sinistra e la si doni insieme ad un sorriso. Il vostro cuore sia tenero, il pensiero limpido. Tornati a casa si ponga il sacchetto in un vano riparato dalla luce e lo si lasci fino alla luna nuova successiva.

Allo scoccare del giorno di luna nuova si raccolgano, o si comprino, dei fiori bianchi e li si disponga in una stanza che vorrete dedicare alla lettura e allo studio dei Tarocchi. Abbiate cura che la stanza abbia una finestra e cambiate i fiori quando appassiscono, seccando e bruciando i vecchi. Ogni sera, dopo il tramonto, uscite il sacchetto senza aprirlo, ponetelo sul tavolo per qualche minuto, rasserenando l’animo, e pregando che scenda su di lui la benevolenza del Cielo, fino alla luna piena.

Al giorno di luna piena dedicatele con ogni cura il vostro pensiero, e la notte, dopo il solito rituale, aprite il sacchetto, tenete tra le mani il mazzo e invocate la Madre che vi sia vicina. Poi riponete il mazzo nel sacchetto, e conservatelo fino a quando non lo vorrete consultare. Prima di ogni consulto rievocherete la Madre e le offrirete, voi o la consultante, una moneta, che conserverete per i poveri.

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